Egocracy 9 - 26 maggio 2019
CON-TEMPORARY Art Observatorium
Corso Buenos Aires 42 11
Lavagna
Scarica l'invito David Detrich
Ines Maria Krämer
W.K.Lyhne
Laura Migliorino
Amie Neri
Alexandra Tudosia
Hanwen Zhang
Testo introduttivo
Egocracy
«Il tuo ego può diventare un ostacolo al tuo lavoro. Se cominci a credere alla tua grandezza, è la morte della tua creatività.» Marina Abramović
La sublimazione artistica dell’Io egemone
Si parla spesso del potere come se fosse una cosa astratta, qualcosa che si sviluppa per affinità elettive o per altre indeterminate ragioni ineluttabili. Eppure il potere è una cosa voluta e perseguita da persone, da individui, è l’espressione della loro fame di privilegi. Quelle persone esercitano illimitatamente l’espansione del proprio ego a discapito del prossimo. La civiltà umana è da sempre costellata dalla presenza degli ego tronfiamente spropositati di personaggi che hanno usato, schiacciato e sacrificato gli altri per salire sempre più in alto i gradini del sistema gerarchico, quel costrutto prettamente mentale su cui si fonda il potere. Questi individui sono mossi dall’istinto brutale, lo stesso di un crudele troglodita privo di empatia che si accoppia stuprando e ferisce o uccide i possibili concorrenti, magari anche solo per sottrargli del cibo.
Da sempre l’arte ha cercato di denunciare la prevaricazione, discutere sulla necessità di dominare gli altri, sulle ingerenze dei potenti nella vita e libertà individuale degli altri.
Il modo più comune con cui gli artisti cercano di far ragionare il prepotente sulla sua insaziabilità è da sempre la satira, il prendersi gioco del potere, ma ciò ha determinò la nascita della censura, ossia il divieto di beffarsi dell’ingordo. Tuttavia, oggi la satira è protetta come diritto fondamentale all’espressione umana, ma solo perché viene usata come strumento di propaganda dal potere stesso nella lotta tra contendenti al vertice. Invece la lezione morale onesta non è motivata dalla lotta per il potere e dall’invidia, ma è uno strumento pacifico con cui cercare di difendersi, nel tentativo di illuminare il vile, o perlomeno di rendere giustizia agli oppressi.
Pertanto l’artista che vuole sentirsi libero deve destreggiarsi, oggi come in passato, cercando di svincolarsi con astuzia sia dalla censura che dalla satira propagandistica, spesso ricorrendo a elaborate e sottili allusioni per non incappare nelle rovinose denunce per diffamazione dei diretti interessati. Viene in mente “L.O.V.E.”, la monumentale scultura in stile Art déco raffigurante una mano con un superstite dito medio eretta di fronte al palazzo della Borsa di Milano, amara satira perché col dorso rivolto al popolo.
Nondimeno anche nel passato i grandi contrasti tra le élite e il popolo sono sfociati nell’arguta beffa in termini generici, che denuncia il peccato e non il peccatore, come nell’iperbole allegorica di un profeta, prendendosi gioco della tronfia, molle e vana presunzione umana, come per esempio nella forma dei chiassosi, melliflui e inconcludenti Pulcinella con cui Giandomenico Tiepolo, figlio del più noto Giambattista, raffigurava la nobiltà e la borghesia contemporanee, o come il più grande tra i fautori dell’allegoria morale, Hieronymus Bosch, con la sua nave dei folli, probabilmente ispirata a quella di Albrecth Dürer e poi ripresa da artisti di tutti i tempi. Così si passa dalla velata rappresentazione dell’insipienza dei potenti che trasuda dai ritratti regali dipinti da Francisco Goya, all’energica raffigurazione della più sanguigna e dispotica irragionevolezza militare dei “generali” di Enrico Baj, oppure alla critica dell’edonismo sdolcinato e ammiccante della borghesia, prosperante per il tramonto dell’aristocrazia, ritratta da George Grosz, il che ci riporta fino a oggi.
Testi completi e analisi critiche continuano sul catalogo. Opere in esposizione e galleria fotografica
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Catalogo
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Catalogo Egocracy - La sublimazione artistica dell’Io egemone, italiano | inglese, 52 pagine A4 (21 × 29,7 cm)
Come arrivare
Lo spazio espositivo del CON-TEMPORARY Art Observatorium è sito nel centro di Lavagna, nel mezzo della Riviera Ligure di Levante. Il locale è ottimamente servito, a pochi passi da stazioni bus e treno, imbarcadero turistico, parcheggi gratuiti 2h e vicino all’uscita autostradale. Accesso per disabili e ascensore.
A piedi, in treno o autobus: uscendo dalla stazione ferroviaria di Lavagna dal lato città, andate a sinistra percorrendo la strada principale fino all'ufficio delle Poste Italiane, qui svoltate a destra verso Via Cristoforo Colombo, appena arrivati alla rotatoria di Piazza Cordeviola girate a sinistra in Corso Buenos Aires. Il civico 42 è all'inizio del viale alberato.
Fermata autobus "
Lavagna - P.za Cordeviola/Edicola" linee
4,
5,
31,
32,
34,
46 e
98.
In battello: sulle linee marittime Portofino / Lavagna / Cinque Terre scendete al porto turistico di Lavagna. Uscendo dal porto andate a sinistra in Via dei Devoto e oltrepassate la ferrovia scendendo il sottopassaggio che vi porta all'ufficio delle Poste Italiane, quindi seguite le indicazioni sopra.
In automobile: autostrada A12 E80 Genova-Livorno, uscite a Lavagna, andate verso il centro. Alla rotatoria di Piazza Cordeviola girate a destra in Corso Buenos Aires fermandovi all'inizio del viale alberato, civico 42.
In aereoplano: l'aeroporto più vicino è il Cristoforo Colombo di Genova, l'autobus navetta VOLABUS vi porterà alla stazione ferroviaria di Genova Brignole, da qui è possibile raggiungere Lavagna in 40-60 minuti.